Sacro Monte
Circa a 5 km dal centro di Varese (m. 383 slm). Il percorso pedonale del Sacro Monte (lungo circa 2000 metri) va dalla località Prima Cappella (m. 550 slm) a S.Maria del Monte (m.820 slm)
Palazzo Estense
Fu residenza di Francesco III d’Este, duca di Modena e governatore della Lombardia austriaca, il quale, durante un soggiorno a Varese nel 1755 ospite del’amico Paolo Antonio Menafoglio che possedeva una splendida dimora a Biumo Superiore, fu tanto affascinato dalla città che la chiese in feudo a Maria Teresa d’Austria.
Sul sito dove oggi sorge il Palazzo Estense esisteva già una villa, di proprietà di Tommaso Orrigoni: nel 1765 il duca Francesco la acquistò e la fece restaurare per farne una propria residenza. Ad occuparsi del progetto fu l’architetto Giuseppe Antonio Bianchi, che disegnò anche il bellissimo giardino alla francese, ritenuto tra i più bei giardini dell’intera Lombardia.
Le sale interne sono tutte riccamente decorate, ma l’ambiente più apprezzato è sicuramente il salone d’onore. Le decorazioni furono eseguite da Ludovico Boselli (finte architetture) e Giovan Battista Ronchelli (ovale centrale rappresentante Giove, Venere e Amore.
Nel 1837 la proprietà passò dagli Estensi al Dott. Carlo Pellegrini Robbioni, il quale ridisegnò parzialmente il parco e adiacenti all’ala ovest del palazzo fece costruire una filanda e un opificio per la lavorazione della seta. Nel 1850 la proprietà passò a Cesare Veratti, nipote del Robbioni, il quale proseguì la trasformazione del parco sino a quando, nel 1882, il complesso venne acquistato dal Comune di Varese. Dal 1883 il parco è aperto al pubblico.
Ville Ponti
Il complesso delle Ville Ponti è costituito da Villa Andrea, Villa Napoleonica (Villa Fabio Ponti) e le Sellerie, immerse in un parco all’inglese di 56 mila metri quadrati.
Nel 1838 i Ponti, imprenditori lombardi del tessile, acquistarono la Villa Napoleonica per farne la propria residenza estiva. Nel 1858 Andrea Ponti (fondatore del Museo Paleontologico all’Isolino Virginia) affida all’architetto Giuseppe Balzaretto l’incarico di costruire la Villa che oggi prende il suo nome. La maestosità della villa-palazzo, dominata da elementi architettonici che ricordano palazzo Vendramin a Venezia, si arricchisce dei capolavori d’arte in essa contenuti: affreschi del Bertini, tele di pregio del Focosi e del Bianchi, lampadari di Murano, statue in bronzo.
Da Villa Napoleonica Garibaldi diresse lo scontro del 26 maggio 1859 contro gli austriaci.
A poca distanza da Villa Andrea e Villa Napoleonica sorgono Le Sellerie, le suggestive scuderie di epoca settecentesca, con il caratteristico “tetto a neve”.
Il parco all’inglese della Villa, impreziosito da un laghetto di origine sorgiva, ospita una lussureggiante vegetazione costituita da tassi, aceri, cipressi, cedri e profumatissime magnolie.
Nel 1961 la Camera di Commercio di Varese acquista il complesso dal marchese Gian Felice Ponti ricavandone un centro congressi.
Eremo di Santa Caterina del Sasso
La tradizione vuole che l’Eremo sia stato fondato da Alberto Besozzi, un ricco mercante locale che, scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita.
Lì il Beato Alberto fece edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d’Egitto, attualmente visibile sul fondo della chiesa. La cappella, che risale al XII° secolo, fu presto affiancata da altre due chiese, quella di San Nicola e Santa Maria Nova, la cui esistenza è certa a partire dal XIV° secolo.
Dopo un primo periodo storico, durante il quale vi soggiornarono i Domenicani, dal 1314 al 1645 guidarono l’Eremo i frati del convento milanese di Sant’Ambrogio ad Nemus, sostituiti poi dai Carmelitani fino al 1770. Da sottolineare è il miracolo di inizio Settecento, quando cinque enormi massi “ballerini” precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910.
Questi sassi “traballanti” sembrano dare il nome all’eremo che, per esteso, è Santa Caterina del Sasso Ballaro, anche se è più probabile che l’etimologia del nome sia legata al vicino centro abitato di Ballarate. Dal 1970 l’Eremo è proprietà della Provincia di Varese. Dal 1986 al 1996 è stato retto da una comunità domenicana, sino al 2018 dagli oblati benedettini;
dalla primavera 2019 la gestione religiosa dell’Eremo è affidata alla Fraternità Francescana di Betania.